Prendo spunto da un fatto di cronaca di alcuni giorni fa. Un fatto tragico, incomprensibile: un’adolescente che si toglie la vita.
I fatti sono già stati resi noti dai vari giornali, locali e non, e sui fatti non c’è, a mio avviso nulla da dire.
Prendo spunto appunto, e mi limito ad osservare un fenomeno che ci tocca, in quanto adulti, da molto vicino.
Molti di noi sono genitori, altri lo stanno per diventare, altri ancora non lo saranno mai, ma magari sono zii o zie.
Insomma siamo tutti adulti circondati da bambini e da adolescenti e, in particolare nei confronti di quest’ultimi, dovremmo avere un occhio di riguardo.
Quello che ho potuto notare negli ultimi anni è come siano fragili i nostri ragazzi, di come siano disabituati alla vita, alle frustrazioni, ai no. Di quanto siano iper-protetti, iper-coccolati, iper-amati.
Non che questo sia sbagliato ma mi domando se tutto questo non sia troppo! Mi domando se a furia di proteggerli non rischiamo di renderli ancora più vulnerabili.
Credo che, in quanto adulti, sia nostro dovere aiutare i nostri figli a crescere, a diventare adulti capaci: di amare, di soffrire, di lottare, di sperare.