Ci vediamo in chat

Ci vediamo in chat

 

“Ma tu non sei su Facebook? Ci sono tutti!” Chi di noi non ha mai detto, o almeno sentito dire, da un amico, un parente o un collega questa frase! Ormai i social network sono entrati a far parte, in maniera più o meno diretta, della vita di ognuno di noi. Anche i più scettici si stanno piegando alla consuetudine e ormai il 44% degli italiani possiede un profilo social. I più coinvolti sono i giovani, anche se si stanno facendo largo gli utenti over 30 che usano i social network per interagire e informarsi.

Il paradosso dei social è che nonostante la vocazione all’interazione e al creare amicizie, le applicazioni di social networking permettono di coltivare relazioni amicali e di allargare le proprie reti sociali coinvolgendo addirittura persone mai incontrate e senza bisogno di un incontro precedente dal vivo e faccia a faccia.

Ricordo però che il social è uno strumento di conoscenza che si esaurisce in un contatto poco più che superficiale (si stima che oltre il 25% degli amici su Facebook sia in realtà totalmente sconosciuto).

Un passatempo che soprattutto tra le giovani generazioni sta diventando necessario, tanto che si conta che almeno 5mila ragazzi in Italia sono considerati a rischio di dipendenza da social network, visto che trascorrono da 2 a 3 ore al giorno sui vari profili disponibili in Internet. Secondo una recente ricerca otto adolescenti su dieci sono connessi a un social network e aggiornano continuamente il profilo.

L’ ”ambiente social” diviene spazio in cui reinventarsi è possibile reinventarsi ogni giorno, in cui è possibile cambiare volto, gusti profilo, opinione nello spazio di un click. Uno spazio intangibile che se frequentato con assiduità ci cattura e ci risucchia fino a renderci dipendenti.

Trasformare Facebook o qualunque altro social network da MEZZO di incontro a LUOGO d’incontro, porta con sé delle profonde insidie di cui forse non siamo ancora del tutto consapevoli.

A cosa andremo incontro se continuiamo così? Cosa succederà alle nostre relazione nella vita reale? Saremo in grado di portarle avanti con “successo”? Secondo un sondaggio, il 24% degli utenti ha perso momenti importanti della propria vita perché impegnato a condividerli sui social network. È evidente come essere amici su Facebook non significhi esserlo nella vita reale, così come non è detto che una relazione nata e cresciuta on line possa essere vissuta anche nella vita reale. Il cyberspazio infatti è realtà, ma virtuale, quindi parziale: priva di una componente fondamentale nei rapporti umani che è il corpo, la possibilità di vedersi, toccarsi, sentirsi.

In questa prospettiva è opportuno riuscire ad equilibrare il tempo passato on line e lasciare in un angolo i dispositivi elettronici almeno una o due volte al giorno. Spegnere lo smartphone, disconnettersi dai social e riconnettersi alla vita reale.

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Maria Leoni è una Dottoressa Psicologa e Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia (individuale e di coppia, adolescenti e sostegno alla genitorialità), Dipendenze, Sessuologia, Ipnosi Eriksoniana e Terapia EMDR.

1 Commento

  1. Elena 7 anni fa

    Forse il punto è proprio questo: riconnettersi, con le persone, con ciò che proviamo, con la gioia, con il senso di solitudine. Metterci in contatto con il nostro sentire più intimo e reale… non virtuale!

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