I papà che giocano con le Barbie

I papà che giocano con le Barbie

Sta suscitando scalpore e non poche polemiche il nuovo spot della campagna di Mattel, notissima casa produttrice di giocattoli.

La pubblicità si chiama “Dads who plays with Barbie”. Il video mostra una serie di papà che giocano a Barbie con le proprie bambine, con pazienza e garbo come farebbe ogni mamma premurosa.

Se, finora, la rieducazione gender free aveva mostrato sempre e solo femmine che possono fare cose da maschi, questo spot corregge una tendenza che cominciava, nel voler annullare gli stereotipi, a rafforzarne uno. Lo stereotipo che vuole certi atteggiamenti “da ragazza” come cose da femminucce sognanti e deboli. Lo spot invece dimostra che anche un papà molto maschile (gli attori nello spot hanno un aspetto molto macho) possono divertirsi giocando a Barbie.

La Mattel, additata per decenni come creatrice di un modello femminile sessista e fortemente condizionante per le bambine, ha cambiato rotta ormai da anni, prima con l’introduzione di modelle curvy e poi con la creazione di modelli di bambole di diverse etnie.

La Mattel ha fatto il pieno di consensi: nessuna campagna di marketing prima d’ora aveva pensato di trasmettere ai ragazzi l’idea che giocare come ragazze sia del tutto naturale e divertente e non depotenzi o alteri la virilità. Prima di adesso si era sempre e solo intervenuti sulle bambine, così come si continua a intervenire, se allarghiamo lo sguardo, sulle donne: è quasi sempre sull’accesso femminile a ruoli maschili che si fanno campagne, pubblicità progresso, manifestazioni e mai il contrario. Un modo di procedere che, secondo l’intuizione della Mattel, lascia trasparire una discriminazione del femminile.

Pertanto, la donna manager è un simbolo che comincia a scricchiolare: alle sue – inevitabili – conseguenze problematiche, si candida a offrire riparazione l’uomo “just like a woman”.

Nessuna post femminista ha avuto da ridire: non era mai capitato, nella lunga storia aziendale della Mattel. Effettivamente, pur dentro il discutibile solco della parità indifferenziata, questo nuovo spot fa due cose importanti: ribadisce l’esistenza di uno specifico femminile e, soprattutto, ne mostra la conciliabilità con quello maschile, dicendo così, di quest’ultimo, che a sostanziarlo non ci sono solo la temerarietà, la durezza, la competizione, ma pure la dolcezza e il desiderio di pace domestica.”

Lo spot si chiude con la scritta ”il tempo speso nel suo mondo immaginario è un investimento nel suo mondo reale”.

“Investimento” è una parola per grandi che illumina il lato oscuro di questa e molte altre manovre correttive di ciò che impartiamo ai bambini: li facciamo giocare al mondo che vogliamo noi.”

 

https://www.youtube.com/watch?v=PGPbKS8XUMY

 

#generazioni #identità #genitorialità #bambine #crescita #Mattel

 

Maria Leoni è una Dottoressa Psicologa e Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia (individuale e di coppia, adolescenti e sostegno alla genitorialità), Dipendenze, Sessuologia, Ipnosi Eriksoniana e Terapia EMDR.

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