Eroina, un pericoloso ritorno tra i ragazzi

Eroina, un pericoloso ritorno tra i ragazzi

Negli ultimi mesi la cronaca ci riporta all’infausta immagine delle siringa sporca di sangue, ragazzi agli angoli delle strade, lontani da famiglia e relazioni affettive, che per procurarsi una dose vivono di espedienti, ai margini di una società incapace di gestire l’emergenza.

La dipendenza che mangia la vita, che allontana dal mondo. Si dice che l’eroina sia tornata, ma la realtà è che l’eroina non se ne è mai andata.

E’ rimasta purtroppo una droga da “ultimo stadio”, che sa essere spietata e logorante, distrugge famiglie, relazioni, vite.. Come ogni altra dipendenza chi ne è vittima vive in funzione del procurarsi la sostanza e impiega ogni risorsa fisica e mentale per giungere al proprio traguardo.

 

Per anni considerata la droga dei disperati ai margini della società, oggi l’eroina segna un incremento tra i giovani che dichiarano di averla provata almeno una volta. Purtroppo il problema non si è mai risolto, basti pensare che solo nel 2016 sono state 266 le persone morte di overdose, per lo più uomini. Tra i pazienti seguiti per tossicodipendenza la sostanza maggiormente utilizzata è nel 63.8% dei casi proprio l’eroina.

Quali effetti

L’eroina provoca diversi effetti tra i quali il più noto, e anche il più piacevole è un senso di euforia, detto rush, che induce gli eroinomani alla ricerca continua della sostanza.  Uso prolungato nel tempo provoca dipendenza e assuefazione. In caso di overdose, senza un immediato intervento medico, il rischio di morte è elevato.

Come riconoscere un eroinomane

Di sicuro qualche anno fa sarebbe bastato guardare le braccia di una persona e vedere se ci fossero dei segni.

Ma oggi non è così semplice perché le modalità d’assunzione di eroina sono cambiate e tantissimi eroinomani non rispecchiano più il vecchio stereotipo del tossico da strada che vive di espedienti, ai margini della società a fare l’elemosina o un po’ di accattonaggio per racimolare i soldi necessari per acquistare una dose.

 

L’eroina ultimamente viene fumata o a volte snidata, come si fa comunemente per la cocaina. Solo in rari casi l’assunzione avviene per via venosa.

Ma nonostante questo, continuano ad esserci dei segni.

L’eroinomane, infatti solitamente manifesta una serie di comportamenti abbastanza tipici:

•       è sempre sonnolente

•       si gratta spesso

•       si addormenta facilmente

•       ha le pupille strette (occhi a spillo)

•       fatica a parlare, a volte biascica

•       ha la voce roca

•       chiede continuamente soldi

•       vive a rilento

•       inizia a disinteressarsi del suo aspetto

•       mangia molto poco

 

Ovviamente questi atteggiamenti non sono una prova schiacciante ma, solitamente, possono essere un punto di riferimento per chi volesse iniziare a muoversi per comprendere meglio cosa stia accadendo ad un proprio caro.

Oltre a questo è giusto sapere che per comprendere meglio come riconoscere chi usa eroina è necessario notare la sua abitudinarietà, infatti le assunzioni di eroina sono abbastanza schematiche e avvengono solitamente sempre agli stessi orari, perché in caso contrario subentrerebbero i vari sintomi di astinenza da eroina.

 

 

Aiuto psicologico

Aiutare un tossicodipendente non è un intervento facile, ma allo stesso tempo non è un traguardo impossibile.

Dalla droga si può uscire

Il primo passo per aiutare un tossicodipendente è convincersi che la tossicodipendenza si può superare. Il secondo passo è certamente informarsi sul tipo di sostanza che il proprio figlio o amico assume, in che quantità e in che modo viene assunta.

 

Un intervento individualizzato è la base di un buon inizio terapeutico.

E’ di fondamentale importanza infatti analizzare le motivazioni personali, le relazioni familiari, la situazione socio culturale, la storia della sua vita, lo stato mentale del soggetto e la presenza di altre malattie mentali o fisiche, cercando sempre di capire perché il soggetto in analisi assume o ha iniziato ad assumere droga.

 

Il paziente tossicodipendente generalmente ha un livello di autostima molto basso, rapporti sociali e familiari caratterizzati da conflittualità e delusione, difficoltà economiche e scarsa integrazione sociale.

Per intervenire e aiutare una persona vittima di dipendenza è quindi importante un’analisi globale, un attenta osservazione della sua storia e delle sue esperienze e dello stato mentale attuale.

Una persona che vuole aiutare un parente, un amico o un conoscente, deve cercare di creare con quest’ultimo un rapporto di fiducia, diventando un punto di rifermento.

Importante però non piegarsi a richieste di denaro, ma mantenere la giusta distanza per far riflettere la persona sulle conseguenze dei suoi gesti.

Grazie al supporto della famiglia e le competenze di un terapista esperto, affrontare la via per l’uscita dall’eroina è possibile.

 

Maria Leoni è una Dottoressa Psicologa e Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia (individuale e di coppia, adolescenti e sostegno alla genitorialità), Dipendenze, Sessuologia, Ipnosi Eriksoniana e Terapia EMDR.

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