I Nativi Digitali

I Nativi Digitali

Media digitali e comunicazione interattiva sono i fenomeni più eclatanti del mutamento sociale e dell’industria culturale all’inizio del nuovo millennio. Si calcola che siano ormai oltre 6 milioni i ragazzi italiani, tra i 13 e i 24 anni, iscritti a Facebook, mentre l’80% dei nostri giovani possiede uno smartphone. Ci troviamo al cospetto di quella che è stata classificata come la “Net Generation”, o generazione dei “nativi digitali”, calzante definizione coniata da Marc Prensky nel 2001.

Chi sono dunque i “nativi digitali”?

L’espressione nativi digitali indica la generazione di chi è nato e cresciuto in corrispondenza con la diffusione delle nuove tecnologie informatiche. E quindi si tratta di giovani, che non hanno avuto alcuna difficoltà a imparare l’uso di queste tecnologie. Sono coloro che sanno usare le nuove tecnologie intuitivamente, senza sforzo. Quelli che si trovano a loro agio tra computer, tablet, cellulari, connessioni internet, social network, collegamenti Wi-Fi, videogame. Sono i bambini e gli studenti che hanno vissuto la rivoluzione informatica tuttora in corso e che sono “madrelingua” del linguaggio digitale.

Quali sono i rischi per i nativi digitali?

Questo cambiamento tecnologico epocale, che ci riguarda tutti, ma in particolar modo le giovani generazioni, non è privo di conseguenze, sul rapporto che abbiamo, ma che principalmente hanno i ragazzi con l’apprendimento, la conoscenza, l’elaborazione e la memorizzazione delle informazioni, la comunicazione, la socializzazione. La mente, l’identità, le relazioni e l’educazione dei nativi digitali sono fortemente condizionate dalla rivoluzione digitale in atto e si organizzano ormai intorno ad esperienze e paradigmi del tutto nuovi.

Alcuni rischi di una esposizione massiccia in età evolutiva agli schermi sono:

  • La sottrazione sensoriale ed esperienziale che deriva dalla permanenza davanti allo schermo. La deprivazione sensoriale colpisce prevalentemente i bambini piccoli danneggiati nella scarsità di vissuti senso motori. Questo ha delle ricadute nello sviluppo, creando fenomeni diffusi come la dislessia, la disgrafia, disturbi alimentari precoci.
  • Addiction, ovvero la dipendenza da video. Le immagini virtuali vanno ad interagire con aree cerebrali deputate al piacere e alla gratificazione; il rischio è non poterne più fare a meno. Le dipendenze da video sottraggono risorse creative alle nuove generazioni e segnano drammaticamente il tempo diurno e notturno passato davanti agli schermi.
  • Confusione fra mondo reale e virtuale: questa situazione si verifica principalmente nell’ambito dei videogiochi violenti, attività che istiga i bambini alla violenza in quanto la sdrammatizzano. È stato dimostrato che una visione ripetuta e continuativa di scene di violenza sotto gli 8 anni crea una maggiore propensione ad atti aggressivi e a vedere gli altri come oggetti, non come persone.

Regolare e stimolare: la vera sfida educativa per i genitori

La sfida educativa, fin da quando i bambini sono piccoli, è complessa: da un lato bisogna regolare, dall’altro va anche stimolato un uso corretto di questi strumenti, che non devono essere demonizzati. Non dimentichiamo le potenzialità dell’apprendimento ludico attraverso app, giochi o video che stimolino i bambini: non si tratta di visioni passive ma interattive. Lo spazio dello schermo può costituire un nuovo ambiente dove fare esperienze che aprono alla scoperta del mondo. Ma è sotto il profilo educativo che si prospettano forse le possibilità più suggestive offerte dai nuovi media ai nativi digitali. È ragionevole pensare che nell’arco di pochi decenni i nuovi mezzi rivoluzioneranno i nostri modi di apprendere e di studiare e che il mondo della scuola tradizionale ne uscirà radicalmente trasformato. Se ne avvertono già adesso le prime avvisaglie: lo sviluppo dell’e-learning (educazione a distanza), l’offerta sempre più massiccia e accreditata di corsi online fornita da università prestigiose, la possibilità di creare contenuti multimediali, affidati alla collaborazione degli esperti più qualificati in ogni campo del sapere, il numero impressionante di informazioni, consigli, tutorial che si possono reperire sul web circa le più svariate attività umane, lo sviluppo di un’intelligenza collettiva che, mettendole in rete, moltiplica le cognizioni e le abilità individuali.

I ragazzi vanno educati fin da piccoli a fruire delle nuove tecnologie insieme agli adulti, dando dei limiti temporali e alternando compiti evolutivamente più stimolanti. Occorre, tra le regole, stabilire dei limiti di tempo per l’uso dei dispositivi. Impostare un limite temporale consente al bambino di visualizzare in anticipo il momento del distacco, riducendo l’impatto emotivo. I bambini piccoli però non hanno il senso del tempo: all’inizio, quindi, è utile usare una sveglia che indichi chiaramente, e indipendentemente dall’intervento del genitore, la fine.

Quanto tempo? Sotto i due anni le tecnologie touch possono contribuire allo sviluppo cognitivo se usate con moderazione: massimo 15 minuti. Il tempo può aumentare con il crescere dell’età: mezz’ora fino a quattro anni, 45 minuti fino ai sei anni. In ogni caso, non è consigliato il possesso di una console o un tablet personale prima dei sei anni ed è sempre necessario un controllo molto rigoroso su orari e contenuti.

Naturalmente i grandi cambiamenti degli ultimi decenni, pongono i nativi digitali di fronte a nuovi pericoli: il cyber bullismo, per esempio, le molestie di malintenzionati, le truffe, la sovrapposizione talvolta confusa tra sfera pubblica e sfera privata, l’enorme mole di informazioni, talvolta inutili e ridondanti, che può finire per disorientare, per disperdere inutilmente energie creative e generare ansia, lo sviluppo di rapporti sociali numerosi, ma superficiali e poco gratificanti.

Vista la crescita costante del fenomeno, sempre più scienziati sociali e psicologi si interessano al fenomeno. E, a dispetto degli allarmismi solitamente generati da notizie del genere, ci tengono a sottolineare che i vantaggi dell’utilizzo di smartphone e altri dispositivi digitali sono superiori rispetto ai rischi. A patto, naturalmente, di non esagerare.

Ogni evoluzione cancella alcuni problemi e ne crea altri. Una sfida che anche la generazione dei “sempre connessi” dovrà raccogliere.

 

Maria Leoni è una Dottoressa Psicologa e Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia (individuale e di coppia, adolescenti e sostegno alla genitorialità), Dipendenze, Sessuologia, Ipnosi Eriksoniana e Terapia EMDR.

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